La ZOOM FATIGUE, ovvero la stanchezza generata dai numerosi meeting online

Mentre stavo preparando alcuni webinar per un cliente, ho letto un articolo molto realistico su di un aspetto della nuova quotidianità emerso con il lavoro in remoto.
Oggi, infatti, parliamo dell’Elefante nella stanza, The elephant in the room, che è un’espressione tipica della lingua inglese per indicare una verità che, per quanto ovvia e appariscente, viene ignorata o minimizzata. Di che cosa sto parlando?
Della Zoom Fatigue.

Cioè della stanchezza e dei dubbi che in molte persone genera lavorare ed interagire attraverso “il muro di vetro” come lo aveva definito Z. Bauman, noto sociologo scomparso da pochi anni (se vuoi approfondire puoi leggere il suo intervento a Meet The Media Guru del 2014 qui).
L’ultimo articolo apparso su The Conversation, parla proprio di ZOOM FATIGUE , una fatica psicologica vera, reale, tangibile individuata da due ricercatori: Libby Sander ed Oliver Bauman.
Tra incontri su Zoom, Meet, Google Hangout, Bluejeans il numero di meeting in compresenza online dall’arrivo di Covid-19 è cresciuto esponenzialmente ed ha generato in molti:
- Stanchezza, spossatezza
- Overload cognitivo
- Senso di inadeguatezza, vergogna
Ma vediamo perché:
la prima, la stanchezza è direttamente connessa alla seconda, l’overload cognitivo: il nostro cervello deve prestare attenzione a troppe cose contemporaneamente.
Sei davanti allo schermo e vedi alcune facce, altre non le vedi proprio, ma senti i rumori di fondo perchè l’organizzatore non ha inserito la funzione silenzia tutti i partecipanti in entrata.
Il tuo cervello sta cercando di comprendere, a livello subconscio, se si può fidare oppure no, se la persona che hai di fronte è sincera e ben intenzionata o no, con pochi elementi.
Di solito, in compresenza, captiamo una serie di informazioni grazie ai nostri 5 sensi, ad esempio dal contatto visivo, ma anche l’olfatto, oppure dalla direzione del corpo dell’altro, dalla rapidità di eloquio. Informazioni spesso smorzate o mancanti perché i partecipanti non guardano in telecamera, oppure la telecamera non è frontale o addirittura è spenta per garantire una maggiore banda, quindi c’è solo la voce interrotta dalla rete pessima.
Ed allora perdi il filo del discorso e devi ricordarti dove eri arrivato prima che mancasse il segnale.
Oppure inizia la noia, perchè chi parla è monocorde o autoreferenziale, ed allora inizi a guardare il cellulare o le email, e perdi di nuovo il filo.
Mettici anche il timore che arrivi il figlio di qualcuno sul più bello durante un consiglio d’ amministrazione!
Ricordi tre anni fa quando fece scalpore il presentatore della BBC?
Ci sono anche persone per le quali è un disagio partecipare a meeting a distanza perché non hanno uno spazio o una postazione fissa in una zona tranquilla della casa. In fin dei conti siamo stati tutti “rinchiusi” in spazi che non erano stati pensati per studiare e lavorare, o giocare, in 4 o più contemporaneamente.
Ed il terzo aspetto: il senso di inadeguatezza. Eh sì perché all’improvviso a tutti è stato chiesto di “metterci la faccia”, e magari a qualcuno questa cosa dà davvero fastidio. Persone abituate a trincerarsi dietro scaffali o pc, che non amano essere notate, si sono trovate obbligate a partecipare ed intervenire in call virtuali.
In fin dei conti si dice che la paura di parlare in pubblico attanagli più della morte…
Tuttavia io sono una strenua sostenitrice del “a tutto c’è una soluzione, fuorchè alla morte”, anche se a volte può essere difficile trovare quella benedetta soluzione, quindi …
Ci sono delle soluzioni alla Zoom Fatigue?
- Evita il multitasking: stacca il telefono, togli le notifiche di email o Whatsapp e dedica il tempo del meeting al meeting stesso.
- Prendi appunti a mano su un taccuino. Se hai più clienti organizza un taccuino per cliente, per poi avere sempre sotto mano quello giusto nella call giusta!
- Prevedi delle pause tra una video call e l’altra, fosse anche solo per 5 minuti (leggi anche Il Metodo Pomodoro)
- Chiedi di partecipare SOLO alle riunioni in cui è importante la tua presenza. Niente riunioni fiume 5 giorni su 5 con 10 persone di cui 8, magari, avrebbero potuto fare altro ed investire il tempo in modo più produttivo. Va da sè che chi ha indetto la riunione avrà condiviso un’agenda co-creata che permetta di capire chi è indispensabile che ci sia e chi no.
- Quando sei tra i partecipanti scegli Speaker view: l’impostazione della Gallery di Zoom (se usi quello) che ti permette di vedere solo chi sta parlando.
- Se invece stai parlando tu, puoi scegliere di nascondere la tua immagine profilo dalla tua vista. Su Zoom basterà andare sui tre punti dove potrai cambiare nome oppure trovare “unmute” e cliccare “Hide Self View”.
- Organizzati per nominare un Co-host, la persona che, per esempio leggerà i commenti nella Chat mentre tu presenti. Basterà andare sul nome della persona e cliccare su “nominate co-hosts”.
- Quando puoi scegli una rapida telefonata… o un vocale Whatsapp.
- Oppure una sana vecchia “email”.
Se ti fa piacere, fammi sapere se questo articolo sulla Zoom Fatigue ti è stato utile! E tu, come la vivi?