Da dove nasce la creatività? E come si fa a coltivarla?
Se anche a te è capitato di porti queste domande, ti potrebbero interessare i talk e l’articolo in cui ti parlo di da dove nasce la creatività, e come si fa a coltivarla.
Nel 2009 è stato pubblicato uno dei talk più appassionati che puoi trovare sulla piattaforma TED.com
Lei, Elisabeth Gilbert, è la scrittrice di Love, Eat and Pray, romanzo convertito in seguito nel film con Julia Roberts.
E quella ricerca mi ha portato all’antica Grecia e antica Roma. Seguitemi perchè gira in cerchio e poi torna indietro. Nell’antica Grecia e antica Roma, le persone non sembravano credere che la creatività venisse dagli uomini, Ok? Si pensava che la creatività fosse questo spirito guardiano divino e che venisse agli uomini da una qualche sorgente distante e sconosciuta, per ragioni distanti e sconosciute. I greci chiamavano questi divini spiriti guardiani della creatività “demoni”. Socrate, meravigliosamente, credeva di avere un demone che elargiva saggezza da lontano. I Romani erano della stessa idea, ma chiamavano quella specie di spirito senza corpo un genio. Il che è grandioso, perché i Romani non pensavano davvero che un genio fosse qualcuno particolarmente intelligente. Credevano che un genio fosse questa specie di entità divina. Qualcosa che “arrivasse dall’alto”.
“Poi il Rinascimento arrivò e tutto cambiò, e nacque questa grande idea; mettiamo l’essere umano al centro dell’universo sopra tutti gli dei e i misteri e senza più lasciare spazio alle creature mitiche che scrivono dettate dalla divinità. Questo fu il principio dell’umanesimo razionale e le persone cominciarono a pensare che la creatività venisse completamente dall’individuo. E per la prima volta nella storia, si cominciò a riferirsi a questo o quell’artista come ad un genio piuttosto che ad una persona con del genio.”
Possiamo tornare ad una comprensione più antica della relazione tra umani e mistero creativo?
Continua a leggere questo articolo in cui ti racconto da dove nasce la creatività, e come si fa a coltivarla.
E se la creatività fosse fatta di attimi in cui le idee arrivano, e se non li riesci ad afferrare al volo sfuggono e vanno da qualcun altro? idee da acciuffare e collegare con la circostanza, la storia che stai raccontando o il progetto che stai sviluppando?
A te è mai capitato di trovarti in una situazione simile? A me sì, spesso, a volte di notte, altre quando cammino.
Devo avere con me un taccuino, o almeno il cellulare per registrare le idee che mi frullano per la testa, le soluzioni, i linking the dots che si attivano come per magia.
La creatività è un processo creativo che può essere coltivato.
Come? ti porto tre spunti:
- Dall’articolo apparso nel 2019 (10 anni dopo questo talk) How to Be Creative on Demand, by Joseph Grenny, secondo l’autore La creatività è la provvidenza apprendibile. Sembra un miracolo inspiegabile quando arriva, e potremmo non essere mai in grado di isolare tutte le variabili che lo generano.
Ma ognuno di noi può creare in modo affidabile le condizioni per invitarla.
La sua ricetta?
1. Inquadra il problema, quindi fai un passo indietro.
Sì, prendi le distanze dal problema, utilizza l’helicopter view.
Come un granello di sabbia in un’ostrica, l’irritazione cognitiva stimola la creatività. Quando ti dai un problema irresistibile, complesso, irrisolto – e assicurati di articolarlo in modo chiaro, conciso e vivido – il tuo cervello si irrita, si attiva.
Allontanati un po’ e lascia che inizi il lavoro inconscio – ciò che attinge da un complemento più completo di risorse mentali, esperienze e connessioni creative. (personalmente molti dei lampi di genio per risolvere problemi, sono venuti mentre dormivo!)
2. Obbedisci alla tua curiosità.
Steve Jobs lo chiamava: linking the dots (or the odds, le cose più improbabili della vita!). Sono d’accordo. Se vuoi essere più creativo, devi conoscere più discipline, fare esperienze diverse per poi connetterle. Il modo migliore per costruire un ricco database mentale che ti aiuterà a risolvere i problemi, in seguito, è onorare le curiosità di passaggio.
Se qualcosa solletica il tuo cervello, spendi del tempo con questa curiosità. Segui percorsi che non hanno uno scopo ovvio se non quello di soddisfare un capriccio. Potrebbe essere un articolo o una sessione di conferenza che ti incuriosisce; un libro che noti inspiegabilmente; una persona a cui ti viene presentato. È allettante lasciare passare queste opportunità, ma lo fai a tuo rischio creativo. Diventano i mattoncini Lego, i giocattoli per armeggiare e gli scovolini dai quali emergono i tuoi capolavori creativi.
Soprattutto adesso che gli eventi si sono riversati online, è un’ottima occasione per affacciarsi a tematiche o discipline che fino ad ora hai ritenuto distanti, e potresti scoprire utili o interessanti.
3. Tieni traccia delle scoperte ed intuizioni che fai. Scrivile! Organizzale, registrale, salvale con parole chiave.
Aiuterà a trattenere l’informazione ed a ritrovarla quando sarà utile.
4. Fai cose che non ti interessano.
Molte idee che ho collezionato sono venute da seminari, articoli o video online della conferenza che magari neanche solleticava la mia curiosità. Questa è forse la proposta più difficile da attuare!
5. Invita conversazioni scomode.
Un altro grande stimolo creativo è quello di impegnarsi regolarmente in conversazioni con persone dalle quali normalmente potresti indietreggiare. Cosa succederà? Guadagnerai preziose prospettive da vite che non vivrai mai e che inizierai a tenere presente in nuovi contesti.
6. Fermati e lavora quando le idee arrivano.
Ci sono dei momenti in cui si sente l’urgenza, l’impeto della creatività che emerge, e urge attenzione. Onora quel momento e fermati. Interrompi qualunque altra cosa e dedicati a quell’inaspettato attimo di lucida generazione di idee. Non tonerà più o sarà difficile ricordarlo.
La creatività è un mistero. Ma noi possiamo mettere in pratica strategie che la invitano per godere del suo arrivo benefico.
To be continued…
Se non hai letto l’articolo precedente della serie “soluzioni per ritrovare la concentrazione o lavorare meglio” vai qui.